L'incanto del Cinema e la sua lunga Storia Incontro Franco Longobardi nella sede dell’Associazione culturale cinematografica First National di Milano, di cui è presidente. Dal 1992 organizza, insieme a Lorenzo Bassi, cineseminari di Storia del cinema, presentando le opere che hanno contribuito in maniera determinante a fare del cinema la settima arte. L’Associazione, attraverso uno studio attento e l’utilizzo di mezzi tecnici sofisticati, si occupa anche del restauro delle pellicole, riportandole ad un livello qualitativo molto alto. È importante sottolineare che recuperare un film significa spesso ricomporre la versione italiana originale, persa a causa di tagli indiscriminati e di rifacimenti del doppiaggio o della colonna sonora di qualità inferiore. La costante ricerca di materiali ha inoltre portato al recupero di pezzi ormai di assoluta rarità. Quali sono le tue esperienze in questo campo e come nasce l’idea della First National? «Nasco come attore e mi reputo principalmente un attore. Ho cominciato a muovermi nello spettacolo nel 1972 con una piccola troupe di amici. Giravamo dei film, all’epoca si potevano fare in 8 mm. Mi dilettavo già di regia e organizzazione e ho così ideato delle comiche stile Charlie Chaplin. Io facevo Charlot, torte in faccia, inseguimenti, botte. Le abbiamo fatte dal ’72 al ’76 ma anche lungometraggi, mediometraggi, remake di film di Chaplin come per esempio Il dittatore, cose ignobili. L’imitazione di Charlot era discreta, forse appena passabile, gli attori piuttosto bravi ma i film erano pessimi; ancora oggi mi soddisfa vedere la direzione che facevo degli attori però i film erano tutti diretti da me male, malissimo! Nel ’78 ho scritto il soggetto del mio primo film sonoro-parlato I soliti idioti, la storia di due ladri maldestri alle prese con furti che vanno sempre male, io ero uno dei due. Recentemente ho digitalizzato l’originale che era in pellicola, facendone anche una riduzione drastica da 90 a 30 minuti, conservando quella che secondo me era la parte salvabile. Ho continuato con questa troupe fino all’80, ho fatto anche dei cortometraggi su richiesta di alcuni cineclub, uno era la parodia de La febbre del sabato sera dove io facevo John Travolta (presente su YouTube, con altri filmati, con il titolo Carissimo John, ndr), li abbiamo proiettati anche alla Cineteca italiana di Milano. A una mia personale c’era Alberto Lattuada e la sorella Bianca che faceva i casting dei suoi film. Era rimasta entusiasta delle mie interpretazioni, tanto da arrivare a dirmi che mi avrebbe scritturato per uno dei prossimi film. Ma questa è una delle prime di una serie di promesse non mantenute, ma non solo per quanto mi riguarda, è il mondo dello spettacolo che è molto fittizio. In seguito partecipai a un festival di filmaker a livello nazionale con tre cortometraggi, vennero proiettati al cinema Eden di Milano, se ne occupò anche Rai3. A fare teatro inizio nell’82, per sfida praticamente. Guardando gli spettacoli ero sempre molto critico, così una sera mio padre mi disse: “Ma perché non li fai tu che parli tanto?”. E così con un paio di amici abbiamo messo su una compagnia teatrale che abbiamo chiamato “Amici della farsa”. Dall’82 fino al ’94 abbiamo diretto, interpretato e organizzato spettacoli teatrali di genere brillante, Cechov, Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo. Poi per parecchi anni ho avuto l’esclusiva per la Lombardia di Peppino De Filippo. Non eravamo una grossa compagnia così pronta a livello di mezzi per fare grandi viaggi, siamo andati anche in Svizzera, sì, però non posti lontanissimi. È stato un bel periodo, dei begli anni che ancora oggi mi mancano. Contemporaneamente lavoravo in radio, dall’86 al ‘90 circa, prima Radio 6 poi RadioCity, dove facevo le interviste agli attori di cinema e teatro. Poi una serie di programmi televisivi: Vivere, Colletti bianchi. Nella seconda metà degli anni ’90 ho diretto il film Una scelta difficile, per conto di una casa di produzione indipendente. Abbiamo fatto anche una serie di comiche di un personaggio ripreso dalla mia esperienza teatrale delle farse di Peppino de Filippo, tale Pasqualino Pastetta, praticamente un pazzo scatenato, un misto di Mr. Bean, Chaplin e Harry Langdon. Ne ho fatto tre comiche rappresentative che mi hanno permesso poi di entrare a Mediaset nel cast di Finalmente soli con Gerry Scotti e Casa Vianello, in cui ho fatto parecchie apparizioni.Finita l’esperienza del teatro, inizio a lavorare alla First National, oggi ne sono anche il presidente. Realizziamo cineseminari di Storia del cinema, rassegne cinematografiche, restauri. Credo di aver portato anche qui il mio modo di essere controcorrente, di portare avanti quello che gli altri non vogliono fare. A teatro tutti facevano Eduardo De Filippo? E io facevo Peppino! Gli altri scartano? Io invece vedo che sono cose buone e le faccio. Gli altri ridoppiano i classici del cinema? E io recupero le colonne originali, italiane, perché poi ritengo che siano migliori di quelle rifatte in modo pedestre. Per me vedere un film è anche sentirlo. Molti critici non badano all’audio, pensano solo alla musica, mentre ci sono anche i doppiatori che sono parte integrante del film. Il doppiatore è un attore a tutti gli effetti che contribuisce al film quanto il volto sullo schermo. Quando hanno iniziato a invitarmi a qualche festival del doppiaggio, ho scoperto che questa passione in realtà era diventata esperienza. Abbiamo creato questo triumvirato. Separatamente siamo molto bravi ma insieme siamo la punta di diamante degli esperti del doppiaggio storico (ride). Abbiamo conoscenza, materiale e abilità nel montarlo, creando così delle rappresentazioni curiose e divertenti. A queste realizzazioni abbiamo dato il nome di Doppio Cinema e le abbiamo presentate nell’ambito di vari festival e manifestazioni con ospiti come Massimo Boldi, Maurizio Nichetti, Roberto Brivio. Le abbiamo proiettate alla Cineteca italiana e in vari cinema-teatri d’Italia. Recentemente nel Monferrato abbiamo organizzato un’altra rassegna cinematografica e abbiamo partecipato varie volte al Gran Galà del doppiaggio di Roma, con Pino Insegno». Quindi non solo Storia del cinema ma anche Storia del doppiaggio. «Doppio Cinema sintetizza tutte le cose fatte dalla First National: Storia del cinema e Storia del doppiaggio. Recupero e restauro di vecchie colonne sonore cinematografiche di grandi film assurdamente andate perse, come La finestra sul cortile, Gilda, Biancaneve e i sette nani e molti altri titoli. Hanno importanza storica e grande qualità di doppiaggio. Per gli spettatori e i frequentatori dei nostri corsi è come riscoprire il film». Cosa ne pensi della proposta di cui ogni tanto si parla di eliminare il doppiaggio e proiettare i film con i sottotitoli, come fanno in altri Paesi? «È una cosa assurda, fin dagli anni ’30 si parla di questo. Ma lo spettatore non vuole vedere i sottotitoli, vuole vedere l’immagine e gustarsi lo spettacolo. George Clooney, Brad Pitt, come gli attori del passato, li vuole sentire in italiano. E poi in Italia siamo abituati bene perché abbiamo avuto i migliori doppiatori e quindi perché toglierci questa arte? Poi chi vuole sentire le voci originali è giusto che lo faccia, perché il doppiaggio è sempre un qualcosa di estraneo ma, come diceva il grande regista Mario Mattoli, è un danno minore, se questo rende più fruibile la pellicola. A patto che sia ben fatto, fedele e le voci siano quelle giuste». Mi vengono in mente voci storiche come Lydia Simoneschi, Emilio Cigoli… «Abbiamo fatto vari omaggi ai grandi doppiatori del passato. Per esempio, in occasione del centenario della nascita, abbiamo realizzato ciò che da anni è un nostro vecchio progetto e l’abbiamo chiamato Emilio Cigoli Day, in assoluto il più grande doppiatore. È stato la voce di Clark Gable, Humphrey Bogart, John Wayne, William Holden, Jean Gabin, Gregory Peck, Gary Cooper e tanti altri grandi del cinema. Una serie infinita di nomi, anche nel cinema italiano: Raf Vallone, Vittorio Gassman. Persino a Totò, in un film comico dove faceva il gangster, hanno dato questa voce da duro. Questo tributo ha avuto un ottimo successo, e a gran richiesta l’abbiamo replicato più volte. Abbiamo anche pensato di farne un altro dedicato a Ferruccio Amendola, la voce di Sylvester Stallone, Dustin Hoffman, Robert De Niro e altri». Finora i Cineseminari sono stati articolati in “Storia del cinema”, “Grandi registi”, “I grandi restauri”, “Grandi comici”. Quali saranno le novità per la nuova programmazione in partenza a ottobre 2013? «La stagione 2013/2014, io le chiamo stagioni come a teatro, è molto ambiziosa perché celebreremo il ventennale d’attività. A ottobre nella nostra sede qui a Milano, e per la prima volta, faremo il Festival completo Doppio Cinema: le antologie di montaggio e le rassegne cinematografiche dei lungometraggi da noi restaurati. È una cosa unica, saranno venti serate che andranno da ottobre fino ai primi di marzo. Quindi sarà una cosa, mi auguro, molto interessante per il pubblico». È tutto di grande interesse, non dovreste avere difficoltà a organizzare queste iniziative. «Sì, le difficoltà invece ci sono perché ogni volta che riusciamo a realizzare qualcosa non siamo mai liberi di farla veramente come vogliamo, ci sono sempre degli impedimenti. La cosa più difficile è riuscire a trovare gli sponsor giusti, perché sono iniziative particolari, di grande impatto culturale ma anche spettacolare. Noi non siamo persone che vanno in giro a cercare sovvenzioni, sponsorizzazioni, se fossero loro a proporsi ne saremmo più che felici». Le locandine dei più famosi film, i ritratti di attori e attrici che hanno fatto sognare un po’ tutti, un originale scatto di Charlie Chaplin sembrano aspettare che si accenda il grande schermo che campeggia nella saletta delle proiezioni. Il cinema è sempre magia, quello che vedi con gli occhi e le storie che immagini. Quando si abbassano le luci, alla First National la magia è un po’ più vicina e tante di queste storie vengono raccontate. |