Laurel & Hardy: storia di due voci
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L’evoluzione della sperimentazione del "parlato" nei film di Stanlio e Ollio è l’archetipo rivelatore dell’introduzione del doppiaggio nel cinema. Il grande successo internazionale e la conseguente applicazione del sonoro su larga scala impose alla coppia la necessità di essere immediatamente comprensibile anche al folto pubblico straniero. Laurel e Hardy furono quindi costretti a girare in presa diretta già a partire dal 1930, non solo nella lingua madre ma anche in altre quattro lingue: tedesco, francese, spagnolo e italiano. Il pubblico, dopo l’iniziale stupore per aver sentito i propri beniamini parlare la loro lingua, cominciò a essere più critico e a notare gli evidenti e numerosi errori di pronuncia. Nel 1932 l’esigenza di migliorare la qualità delle edizioni straniere, unita a quella di ridurre i costi che derivavano dalla ripetizione di ogni scena parlata fino a cinque volte, indusse Hal Roach e gli altri produttori americani a far doppiare i film direttamente nei Paesi in cui venivano distribuiti da attori madrelingua. In Italia i primi doppiatori furono Carlo Cassola per Stan Laurel e Paolo Canali per Oliver Hardy, studenti universitari scelti perché avevano notevole dimestichezza con la lingua inglese ed erano quindi in grado di riprodurre e potenziare comicamente gli involontari strafalcioni che i due attori avevano commesso interpretando le versioni italiane. Frattanto i due comici, soprannominati in Italia all’epoca del muto Cric e Croc, nel 1933 con il film Fra’ Diavolo mutano il loro nome in Stanlio e Ollio, italianizzando i nomi originali Stan e Ollie. I primi doppiatori della celebre coppia furono sostituiti nel 1938 da Mauro Zambuto e Alberto Sordi, sicuramente le voci più amate e popolari, che fecero proprie le singolarità lessicali dei loro predecessori valorizzandole al meglio. A loro seguiranno dal 1953 al 1954 Fiorenzo Fiorentini e Carlo Croccolo, dal 1957 al 1961 Elio Pandolfi e Pino Locchi, nel biennio 1968-69 Franco Latini e ancora Carlo Croccolo; infine, nel 1985 faranno la loro comparsa le voci forse meno riuscite di Enzo Garinei e Giorgio Ariani. Una simpatica curiosità da ricordare: nel 1964, per un collage di comiche, Carlo Croccolo ebbe modo di doppiare entrambi i personaggi. L’importante contributo artistico dei doppiatori italiani è la conferma che il doppiaggio non può essere considerato un semplice mezzo divulgativo per le grandi masse delle produzioni cinematografiche straniere, ma un elemento creativo essenziale della settima arte. |